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Interview by Jessica Maglione and published in Artwave on March 27, 2019

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Binary Drift ci presenta il suo album Pocket Tunes, composto da canzoni appartenenti a generi musicali diversi, che ci accompagnano in un viaggio musicale che narra le storie di persone e luoghi cari all’artista

Binary Drift è un cantante peruviano che ha viaggiato molto e ha vissuto esperienze in un contesto multiculturale che si può ritrovare nelle sue canzoni: ha vissuto negli Stati Uniti e al momento sta vivendo a Madrid (città alla quale ha anche dedicato un brano).

Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con l’artista, che è stato disponibile a raccontarci del suo album e del suo modo di fare musica.

1) Prima di tutto presentati.

Ciao! Mi chiamo Mauricio e scrivo canzoni. Sono di Lima (Perù), ma ho vissuto molti anni negli Stati Uniti. Attualmente sono 9 anni che mi sono stabilito a Madrid. Mi sono approcciato alla musica da giovane, iniziando a suonare in alcune band e ormai sono alcuni anni che suono.

2) In che modo produci la tua musica? Svolgi il tuo lavoro in modo autonomo o hai collaborato con qualche professionista per la produzione dell’album?

Ho sempre strimpellato melodie con la chitarra, ma ci sono voluti anni per scrivere una vera canzone. La creazione di questo album è stato un insieme di più fattori. Un mio carissimo amico, Miguel Ramiro, aveva da poco realizzato il singolo Memorias de un Hombre Bala, e ascoltando me giocare con le corde della chitarra, mi ha incoraggiato a comporre con quelle melodie una canzone e allo stesso tempo di farne altre per poi produrle. Lui è stato molto disponibile a presentarmi il produttore con il quale ha lavorato per il suo album – Josemi Sánchez. Josemi è quello che chiamo un “produttore urbano” per la sua capacità di ascoltare e dare consigli in modo costruttivo e di trasformare le idee in musica. Ho prodotto l’album sotto il nome di Binary Drift ma è stato un lavoro da solista.

3) Ascoltando il tuo album, sono palesi le influenze che hai appreso durante la stesura del tuo album, dal sound degli anni ’90 passando per il Britpop contemporaneo, arrivando fino alla musica popolare. Raccontaci quali ispirazioni hai seguito durante la produzione del tuo album e con quale genere definiresti il tuo lavoro?

Essendo stato un bambino degli anni ’80, e quindi adolescente e giovane adulto alla fine degli anni ’90/inizi anni 2000, sono stato un grande fan degli Oasis, The Verve, Nirvana e Smashing Pumpkins. Credo di aver messo tutte queste influenze nelle mie canzoni.

La mia esperienza con Pocket Tunes mi ha fatto capire che in primis scrivo di emozioni, come se ci fosse una scintilla che mi fa venir voglia di scrivere una particolare canzone. Capisco su cosa sia la canzone solo dopo averla finita, a volte dopo che è stata registrata. Secondo me l’album può essere definito come eclettico, che non ha mai paura di sperimentare generi diversi. A song for Vampires è una canzone bossa novaAll these years gone by, invece, è chiaramente una traccia Britpop. Una domanda difficile! Credo che per quanto possa suonare pretenzioso il mio album sia eclettico.

4) L’inizio di Love you Blind mi ha ricordato l’apertura di uno spettacolo teatrale, sei d’accordo con questa descrizione? Ti senti vicino al teatro?

Interessante, io non ho familiarità con il teatro. Forse hai sentito l’energia di Laurita, lei essendo un’attrice, può essersi rapportata con le frasi iniziali come se stesse recitando. Abbiamo avuto diverse idee in mente, ma l’abbiamo lasciata libera di cantare le sue frasi nello stile che preferiva. Il teatro non è un’arte sulla quale mi sento preparato. Ricordando come ho registrato Pocket Tunes, mi sono reso conto che anch’io in un certo modo ho recitato quando stavo cantando Love U Blind e la sua versione spagnola Ordinario. Mi ricordo di aver pensato, “Come avrebbe cantato questa canzone la leggenda spagnola Nino Bravo?”

5) In Pocket Tunes c’è una canzone intitolata Madrid, la tua città è stata d’ispirazione per l’intero album o solo per questa canzone? Secondo te, ha influito vivere in una città cosmopolita per trovare nuove ispirazioni per scrivere le tue canzoni?

Sono un figlio adottivo di Madrid e volevo rendere tributo a questa bellissima città. Ci sono tre frasi di questa canzone che vorrei evidenziare. La prima “Son mil historias / sobre Madrid”, che letteramente significa “ci sono mille storie da raccontare che parlano di Madrid”. La seconda è “busquemos otra realidad”, “cerchiamo di cambiare la nostra realtà”. L’ultima, che è la frase finale, Poesía sin fin (che ho ripreso dal film del 2016 del regista cileno Alejandro Jodorowsky) si traduce con “poesia infinita”. Madrid è una città magica che ti invita a vivere la vita nella sua pienezza. Madrid, come città è stata un veicolo per stimolare la mia immaginazione e interpretare e creare scenari in forma di storia per le mie poesie che ho poi trasformato in canzoni in Pocket Tunes.

6) In Pocket Tunes c’è una cantante che apre molte canzoni, come nel caso di Drifting: è una collaborazione che va avanti da molti anni e che intendi mantenere? Hai già pensato ad altre collaborazioni per il prossimo album?

Dopo aver registrato le canzoni dell’album, Josemi ed io abbiamo giocato con un po’ di idee dell’ultimo momento. Una di queste era di avere un conto alla rovescia all’inizio di Drifting. Mi ricordavo che gli U2 avevano un countdown in spagnolo per la loro canzone “Vertigo”, forse abbiamo avuto l’idea grazie a loro. Nel nostro caso, abbiamo deciso di fare una canzone in inglese/spagnolo e abbiamo pensato “perché non fare un countdown in francese?” I suoni della lingua francese sono completamente diversi alle nostre orecchie e per questo il conto alla rovescia in francese suonava così bene nella canzone. Ho avuto l’opportunità di trovare un’attrice francese che risiede a Madrid, Laurita Rex che ha registrato in due takes. Un’altra idea era quella di usare una voce femminile per All these years gone by e abbiamo deciso di includere la voce di Laurita Rex anche in questa canzone. Altri che hanno partecipato sono stati: il musicista Trumpet, Patxi Urchegui che ha lavorato con Shakira e Junes tra gli altri e il cantante/produttore Aldo Rodriguez che conosco da più di 20 anni.

Anche se Pocket Tunes è stato appena realizzato, ho scritto no-stop e non vedo l’ora di rilasciare musica in un futuro prossimo. Per quanto riguarda le collaborazioni, c’è una band peruviana core metal, chiamata As we survive AWS. Mi ricordano gli AFI, sarei molto contento di collaborare con loro e aiutarli a produrre una canzone.

7) Il tuo album è costituito da canzoni in inglese ed in spagnolo, come cambia la scrittura di una canzone dalla lingua madre a quella di una lingua straniera? Dopo aver realizzato questi brani, sei già a conoscenza di quale lingua utilizzerai nel prossimo album?

Avendo vissuto tanti anni negli Stati Uniti, scrivere in inglese mi risulta naturale. Ciò può essere anche un sintomo della globalizzazione che c’è al mondo d’oggi e di cosa gli artisti fuori dalla sfera anglofona sono portati a fare. Direi che preferisco scrivere in inglese rispetto allo spagnolo. Ma allo stesso tempo ci sono melodie in alcune canzoni che hanno un’eco spagnoleggiante come nella quarta traccia dell’album di Pocket Tunes intitolata Besos de Morfina. Credo che non sarei riuscito a rendere l’intensità della voce se fosse stata in inglese. Quella era una canzone che andava decisamente cantata in spagnolo, e la stessa cosa è successa con Madrid.